lunedì, febbraio 29, 2016

#Oscar2016 (parte 1)

Mi sembrava doveroso dedicare oggi un pezzo alla notte degli #Oscar2016.
Grande Leo, grande Morricone! Ma vi rendete conto che finalmente il bellissimo e soprattutto bravissimo DiCaprio ce l’ha fatta?! Io vorrei soffermarmi proprio su queste due figure…
Leonardo DiCaprio, le cui origini come si può ben capire sono italiane (campane per la precisione), inizia la sua carriera negli anni Novanta con piccoli spot pubblicitari e qualche comparsa in alcune serie televisive. Il primo ruolo importante lo otterrà nel 1993, in un film di Michael-Caton Jones “This  boy’s life” (tradotto in italiano “Voglia di ricominciare”) con Robert De Niro ed Ellen Barkin. Nonostante avesse solo 17 anni, DiCaprio si distingue fin da subito per la sua bravura e la sua bella presenza scenica. La prima nomination agli Oscar è arrivata però con un altro film del 1993 (guardate quanti anni ha dovuto patire, poverino!), “What’s eating Gill Grape” (in italiano tradotto con “Buon compleanno Mr. Grape”) in cui DiCaprio interpreta il fratellino disabile di Johnny Depp (il film meritava l’Oscar a prescindere, solo per il livello di bellezza che vi era nel cast u.u) dove Leo fu per l’appunto nominato agli Oscar come Miglior Attore Non Protagonista. Ma ovviamente non lo vinse. Come per i restanti 23 anni.
Andando avanti, i seguenti tre anni lo vedono impegnato in altre pellicole che riscuoteranno però non un enorme successo. L’anno decisivo per l’ascesa del nostro bel Leonardo sarà il 1996: interpreta un moderno Romeo in “William Shakespeare’s Romeo + Juliet” affiancato nel ruolo di Giulietta da Claire Danes. Il film fu candidato agli Oscar ma per la Migliore Scenografia.  Ed eccoci nel 1997: esce nelle sale “Titanic” di  James Cameron che vede come protagonisti DiCaprio e la bellissima Kate Winslet (anche lei volto ormai conosciuto nel panorama hollywoodiano): il film verrà inserito nei seguenti anni al sesto posto come uno dei film epici di tutti i tempi e nel 2007 si guadagnerà l’ottantatreesimo posto tra i migliori cento film americani. Sicuramente oltre ad essere il film che lancia definitivamente Leo nella costellazione dei principali attori americani, è il film che più ha fatto discutere (ed ironizzare) per le sue candidature all’Oscar; questo film ha vinto praticamente tutto quello che si poteva vincere negli Oscar del 1998: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura, Miglior Montaggio, Migliori Costumi, Miglior  Effetti Sonori, Miglior Effetti Speciali; Miglior Attrice Protagonista sarà Kate Winslet e Non Protagonista Gloria Stuart. Vincerà Golden Globe e svariati altri premi, ma a Leo NIENTE. Lo hanno fatto morire congelato per non ricevere assolutamente niente. Tristezza assoluta.
Dopo questa, entra nel cast di “Celebrity” di Woody Allen. Si dedicherà poi ad un lungo periodo di viaggi (ironicamente, mi viene da pensare per smaltire l’amarezza per “Titanic”…) e produce dei documentari su emergenze ambientali del nostro pianeta. Si aggiudicherà delle copertine per questa iniziativa (e 17 anni dopo, approfondendo il tema in un film di cui ne sarà regista e protagonista, ne vincerà l’Oscar!). Nel 2002 comincia il sodalizio con Martin Scorsese nel film “Gangs of New York” in cui reciterà affianco a Cameron Diaz; il film sbancherà il botteghino, diventando uno dei più redditizi per il regista. Otterrà 10 nomination all’Oscar ma non ne vincerà nessuna. Nel 2003 otterrà un Golden Globe per il film “Catch me if you can” (in italiano “Prova a prendermi”) di Steven Spielberg , che però farà vincere l’Oscar quello stesso anno a Christopher Walken come Miglior Attore Non Protagonista (la maledizione continua senza sosta…).  La collaborazione con Scorsese produce due capolavori: “The Aviator” nel 2005 che lo vede impegnato nella produzione e nella recitazione; nel cast insieme a DiCaprio troviamo Cate Blanchett che otterrà (ovviamente!) l’Oscar come Migliore Attrice Non Protagonista; il secondo capolavoro di questo sodalizio sarà “The departed” nel 2006 che lo vede affiancato da Jack Nicholson, Matt Damon e Mark Wahlberg; il film è stato tra i più applauditi al Festival Internazionale di Roma di quell’anno e ha vinto svariati riconoscimenti: Oscar come Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura e Miglior Montaggio e come Miglior Attore Non Protagonista il titolo viene riconosciuto a Wahlberg; il nostro Leo si aggiudicherà il Golden Globe. Stessa sorte toccherà a “Blood Diamond” del 2006, diretto da Edward Zwick che farà nuovamente avvicinare (e sperare) DiCaprio alla tanto agognata statuetta ma che, anche per questa volta, non riuscirà ad ottenere. Un romanticissimo ritorno sulle scene con la meravigliosa Kate Winslet arriverà nel 2008 in “Revolutionary Road” diretto da Sam Mendes, che farà recitare nuovamente  questi due splendori fianco a fianco (li shippo tantissimo se non si è capito, dopo stanotte poi sto sperando in un matrimonio con tanti figli ahah!). I due attori, insieme a Kathy Bates hanno ricevuto ottime critiche. I film che lo vedono impegnato tra il 2010-2012 sono più genere thriller: “Shutter Island” (2010) ancora una volta diretto da Scorsese, “Inception” (2010) diretto da Christopher Nolan che ha ricevuto ottime critiche dal pubblico (quelli che non ci sono usciti di testa!!) e “Django Unchained” (2012) diretto da Quentin Tarantino che farà nuovamente sperare Leo in un Oscar ma che li sarà nuovamente soffiato, questa volta da Christoph Waltz. Terminati questi due anni noir, il 2013 lo vediamo impegnato in ruolo classico che secondo me li è calzato a pennello: “The Great  Gatsby” diretto da Baz Luhrmann. Lo stesso anno vede DiCaprio in un’ennesima pellicola di Scorsese: “The wolf of Wall Street” che narra l’ascesa e caduta di Jordan Belfort tra migliaia di eccessi in droghe, sesso ed alcol. Tralasciando il mio personale e meno che importante parere sul film che non mi è piaciuto per niente, non per DiCaprio che è stato come sempre fantastico ma per la storia in sé che ho visto spinta sotto troppi aspetti, il film ha ricevuto migliaia di riconoscimenti: Oscar, Golden Globe, David di Donatello, Premio BAFTA e molti altri ancora; non sto a ripeterlo, a Leo niente.
Ma finalmente, dopo 23 anni di meritevole e splendida carriera, dopo migliaia di false speranze, di beffe del destino e ironia da ogni capo del mondo, il 2015 è l’anno della rivincita: Leonardo DiCaprio vince il tanto agognato Oscar come Miglior Attore Protagonista nel film da lui prodotto, diretto ed interpretato “The Revenant”. Il film ottiene molti altri riconoscimenti: Oscar come Miglior Montaggio, Miglior Scenografia, Miglior Costume, Miglior Trucco, Miglior Effetti Speciali, Miglior Montaggio Sonoro, Golden Globe, 2016 BAFTA  Award e chi più n ha più ne metta. La rivincita è avvenuta, e che rivincita! Intorno a questo film erano da mesi le storie che giravano sull’impegno e la tenacia che DiCaprio vi ha impiegato: oltre ad aver ripreso un tema a lui molto cuore e già citato precedentemente quale quelle delle emergenze ambientali (attuale più che mai), le riprese sono state fatte tra la Columbia Britannica e l’Argentina; DiCaprio ha più volte affermato in varie interviste di essersi sottoposto per mesi a svariate ore di trucco, svegliandosi ogni mattina alle 3; ha inoltre affermato di essersi sottoposto a temperature bassissime, anche -40° , di essersi in questo modo ammalato, preso bronchite e febbre ma di aver proseguito con le riprese anche perché in questo modo più realistiche.
Beh che dire Leo, ce l’hai fatta! Che possa essere l’inizio di tanti altri riconoscimenti (perché a carriera stai messo più che bene già da tempo!)
Scusate per la lunghezza del pezzo, ma un evento di simile portata meritava un’attenzione maggiore. A domani per il pezzo sul nostro Maestro, Ennio Morricone.
“ Non date per scontato questo pianeta, come io non ho dato per scontato questa serata.”

(Leonardo DiCaprio, 29 febbraio 2016, Oscar2016)

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