sabato, aprile 05, 2014

Piccola anticipazione... (1)

Buon giorno a tutti, lettori!
Oggi non voglio proporvi subito il mio commento sul libro che sto leggendo, ma una piccola anticipazione sull'autore che lo ha scritto, in quanto penso sia utile per capire poi i suoi numerosi libri ricchi di significato: C.S. Lewis.

fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/C._S._Lewis

Clive Staple Lewis (29 novembre 1898- 22 novembre 1963), chiamato C.S. Lewis dai suoi amici e "Jack" dai suoi parenti, fu uno scrittore, un poeta, un medievalista, un critico letterario, un saggista, un teologo laico e un apologo cristiano. Nacque a Belfast, in Irlanda. Come il suo amico Tolkien, anche lui ricoprì posizioni accademiche - fu un professore universitario, in poche parole - ad Oxford (1925-1954) e all'Università di Cambridge (1954-1963). Lewis e J.R.R. Tolkien erano amici stretti nella facoltà di inglese di Oxford ed insieme fondarono il circolo letterario informale di Oxford chiamato "Inklings", gli Inklings, come detto precedentemente, erano un gruppo letterario associato all'Università di Oxford (Inghilterra) che si sviluppò nell'arco di due decenni tra i primi anni del 1930 e la fine del 1949. Gli Inklings erano appassionati di letteratura che elogiavano il valore della narrazione nella fiction e incoraggiato la scrittura fantasy. Per saperne di più, cliccare sul link denominato "Inklings". I maggiori esponenti erano, naturalmente, C.S.Lewis e J.R.R. Tolkien (secondo me) e io sarei stata molto fiera di farne parte, perché anch'io amo tantissimo la letteratura, non amo solo scrivere - anche perché sono fermamente convinta che per scrivere bene uno debba leggere molto. Secondo il suo libro "Sorpreso dalla gioia", Lewis era stato battezzato dalla Chiesa d'Irlanda (che faceva parte della Comunione Anglicana) ma si è allontanato molto dalla sua fede durante l'adolescenza. A causa della sua amicizia con Tolkien, all'età di 32 anni Lewis tornò alla Comunione Anglicana, diventando "un ordinario laico della Chiesa d'Inghilterra". La sua fede ebbe una profonda influenza nei suoi lavori, e durante il periodo della guerra i suoi libri, che avevano come soggetto la Cristianità ebbero un successo mondiale. Nel 1956 sposò la scrittrice Joy Davidman, di 17 anni più giovane, che morì di cancro all'età di 45 anni, Lewis morì 3 anni dopo a causa di un problema ai reni, una settimana prima del suo 65mo compleanno. I media minimizzarono la sua morte - Lewis infatti morì il 22 novembre del 1963, lo stesso giorno in cui il presidente americano John Fitzgerald Kennedy venne assassinato e lo stesso giorno in cui un altro grande scrittore, Aldous Huxley, morì. La sua morte venne messa in ombra da quella del presidente Kennedy. Nel 2013, al cinquantesimo anniversario dalla sua morte, Lewis venne onorato nel Poets' Corner di Westmister Abbey, luogo in cui, vi ricordo, è stata sepolta anche la madre di tutte le grandi scrittrici dell'800: Aphra Behn. I lavori di Lewis sono stati tradotti in più di 30 lingue e hanno venduto milioni di copie. 

sabato, marzo 29, 2014

I dipinti di Eduard Manet e Claude Monet

Ciao a tutti! Ecco alcuni dipinti dei miei pittori impressionisti preferiti: Eduard Manet e Claude Monet.
fonte: www.wga.hu
Claude Monet, bridge over a pond of water lilies
1899
Oil on canvas, 93 x 74 cm
MOMA, New York

Claude Monet, bouquet of sunflowers
1880
Oil on canvas, 101 x 81 cm
MOMA, New York

Claude Monet, Chrysanthemums
1878
Oil on canvas, 56 x 65 cm
Musée d'Orsay, Paris

Eduard Manet, brunch of violets
1872
Oil on canvas, 22 x 77 cm
Private collection

Eduard Manet, vase of peonies on a pedestal
1864
Oil on canvas, 93 x 70 cm
Musée d'Orsay, Paris

Citazione del momento: "  Il faut qu'une porte soit ouverte ou fermée" ovvero "Bisogna che una porta sia tutta aperta o tutta chiusa." proverbio francese.

Giada

Jane Eyre, Charlotte Brönte (seconda parte)

Ciao a tutti, miei cari bloggers! Come vedete sono tornata per commentarvi la seconda parte di Jane Eyre e non immaginate quanto mi sia dispiaciuta nel finire quel magnifico libro, mi è piaciuto tanto, tantissimo (ma in genere io ho un debole per i romanzi del 1800), mi ha fatto provare moltissime emozioni: ho amato, ho sofferto, ho vissuto con Jane per tutto questo mese e devo dire che è un'eroina della letteratura inglese molto diversa dal solito tipo di eroine ottocentesche alle quali siamo abituati grazie alla mitica Jane Austen.

Dunque, John Reed, il figlio della signora Reed e John (chiamiamolo senior) giocava d'azzardo, chiedeva sempre soldi alla madre per poter continuare a giocare e si è suicidato, la sua morte ha provocato nella signora Reed un crollo psicologico nel vero senso del termine, arrivando a provocarle visioni e a danneggiarle la salute, confinandola in una stanza della sua grande villa dove andava a trovarla solamente la serva e neanche tanto spesso, perché con una scusa o con un'altra, se ne andava sempre via e la lasciava sola. Lo stesso si può dire anche delle figlie Eliza e Georgiana, che dopo la sua morte hanno preso direzioni diverse. Eliza è diventata superiora in un convento de Lille, in Francia e ha donato la sua dote alla sua istituzione religiosa; mentre Georgiana ha fatto un ottimo matrimonio sposando un uomo ricco. Ma cosa succede in mezzo a tutto ciò? Jane torna a Gateshead su richiesta di Bessie Leaven, la bambinaia che aveva quando era piccola, e mentre parla con la signora Reed scopre due scioccanti verità che lei le ha tenuto nascosto per ferirla. La prima riguarda le origini di Jane e si trova a pagina 280. La signora Reed odiava Jane e la vessava in quel modo quando era piccola, perché lei aveva sempre detestato sua madre, perché era l'unica sorella di suo marito, la sua prediletta. Quando lei fece un matrimonio inferiore alla sua condizione, la famiglia la diseredò, lui si oppose e quando morì pianse molte lacrime. Il marito della Reed fece mandare a prendere la nipote, ma mentre lei lo supplicava di prendere una balia e di affidarla alle sue cure, lui decise che entrambi se ne sarebbero presi cura. La odiava perché era debole, malatticcia e piagnucolosa, ma John la amava quasi più di quanto amasse i suoi figli, che non la tolleravano. John "junior" prima di morire assomigliava molto a sua madre, era una Gibson, una persona forte e cattiva. Durante la sua ultima malattia, le fece promettere che si sarebbe presa cura di Jane alla sua morte, e anche se non voleva con sé quella bambina, alla fine accettò. Sarah Reed a conti fatti ha tenuto fede (non molto bene) alla promessa fatta al marito in punto di morte, ma non ha mai trattato Jane come una figlia o una nipote... Durante tutta la descrizione della sua infanzia ho avuto la sensazione che Jane fosse un'intrusa in quella famiglia, che fosse disprezzata e che non meritasse nemmeno una "benefattrice" come quella che diceva di essere la signora Reed. In fondo, le mie impressione si sono rivelate vere, perché poco più avanti, la signora Reed confesserà a Jane che un suo zio, John Eyre, commerciante, l'invitava a venire a vivere con lui a Madera e siccome non aveva figli, di adottarla e alla sua morte, di darle in eredità tutta la sua grande fortuna. Questo la signora Reed non poteva tollerarlo, o per meglio dire, non poteva tollerare che una sciattona come Jane potesse diventare così ricca, più ricca delle sue figlie e per tre anni ha tenuto nascosta quella lettere. Ma non mi sono spiegata molto bene nel post precedente, a diciotto anni, Jane diventerà un'insegnante a Lowood e in seguito, verrà chiamata dalla signora Faifax per fare l'istitutrice di Adèle. Jane torna a Thornfield Hall  e mentre il signor Rochester la fa ingelosire con la signorina Ingram, una bellissima ma vuota dama inglese, durante una festa a casa sua dove vengono tutti i suoi amici del lavoro (se così si può chiamare), Jane capisce di amarlo. Il climax maggiore però si ha quando il signor Rochester le chiede di sposarlo e lei accetta, la signora Fairfax cerca di dissuadere Jane dal farlo e Jane per vedere se Rochester l'avrebbe amata ancora svela tutti i latti "peggiori" del suo carattere. Non posso non metterlo tra virgolette perché per me i lati del suo carattere non sono peggiori o terribili, lei è semplicemente una persona come tutte le altre, come tutti noi, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Jane è una persona molto umile, non vuole fronzoli né perle preziose al suo matrimonio e per questo motivo discute molto con Rochester, ma in più di un'occasione lei gli ricorda che non vuole essere la sua Céline Varens inglese (Céline era l'amante che Rochester aveva in Francia, era una ballerina, lui la ricopriva sempre di regali d'ogni tipo e lei alla fine ha preferito un damerino a lui; poco dopo ha detto che Adèle era sua figlia e anche se lui era convinto che non lo fosse ha accettato di tenerla comunque in casa sua, di adottarla). La notte prima delle nozze Jane viene svegliata da una figura spaventevole che lei crede essere "un fantasma che chiamano vampiro" dagli occhi gonfi ed iniettati di sangue e con una follia nel volto, che le strappa il velo. Il giorno delle nozze lei è molto agitata mentre Rochester è impaziente, ma mentre stanno per dirsi "sì, lo voglio", il signor Richard Mason torna per dire che "questo matrimonio non s'ha da fare" tanto per citare Manzoni, dicendo che Edward Rochester ha già una moglie, sua sorella Bertha Antonietta Mason, figlia di Jonas Mason, mercante, Antonietta sua moglie creola di Spanish Town, Giamaica. Rochester parla sarcasticamente sia con il prete che con l'avvocato Mr. Briggis e Mason dicendo che voleva essere bigamo, in realtà minimizza tutto perché non si aspettava che l'avrebbero scoperto proprio il giorno delle sue (quasi) future nozze. Jane è sconvolta e per settimane si chiude in camera. Intanto scopriamo la verità sui Rochester: Edward Rochester è il figlio maggiore di una ricca famiglia inglese che possiede sia Thornfield Hall che il castello di Ferndean, un luogo brutto, isolato ed in mezzo ad una fitta boscaglia, è stato costretto ad un matrimonio combinato con Bertha Mason ed è andato a vivere a Spanish Town per i primi mesi della sua vita matrimoniale, ma pian piano i segreti della famiglia Mason sono venuti tutti a galla: Bertha era una pazza e così lo era la sua famiglia e Rochester non dubitava che non lo fosse anche Richard Mason. Ha sopportato quella triste esistenza in un clima tropicale e caldo per un po' di tempo e durante quel periodo la pazzia di Bertha ha dato sfogo con calci, pugni, morsi e quanto di peggio vi sia, poi ha deciso di trasferirsi in Inghilterra, dove la pazzia di quella donna poteva essere tenuta sotto controllo e per farlo Rochester ha scelto la persona più fidata: Grace Poole, che veniva lautamente pagata da lui, ma che aveva il vizio di bere e quando lo faceva e si addormentava Bertha le sfilava le chiavi dalla tasca e andava in giro per casa (era tenuta rinchiusa in una soffitta), ha quasi dato fuoco al letto del signor Rochester, ha morsicato con talmente tanta violenza suo fratello da rischiare di farlo morire, ha rotto il velo di Jane e...Più avanti scopriremo che se Jane non se ne fosse andata, sarebbe morta nell'incendio che Bertha ha provocato e di cui si parlerà più avanti. Jane decide di andarsene da Thornfield Hall e per alcuni giorni vaga come una mendicante senza né soldi né cibo per una città paludosa molto distante da Thornfield, Withcross e il villaggio di Morton. Qui incontra Saint-John Rivers, pastore della chiesa di Morton, e Diana e Mary Rivers, con le quali mette a frutto la sua dote più evidente: il suo talento per il disegno. Diana e Mary sono due giovani ragazze rimaste senza padre che vivono con l'instancabile fratello parrocco, Saint-John Rivers e studiano il tedesco. Jane viene salvata dalla morte certa e dopo esser rimasta per una settimana a letto, riesce a scendere le scale, mangiare e rendersi utile. Saint-John all'inizio pensa che lei sia la figlia di una ricca famiglia che è scappata di casa per non aver fatto ciò che loro le imponevano, ma la realtà è ben diversa da ciò che pensa lui. Jane non si presenta come Jane Eyre ma come Jane Elliott e per due mesi continua a vivere nella loro casa rendendosi utile come meglio può ma continuando a mantenere segreta la sua vera identità - shock causatole dalla scoperta che il signor Rochester aveva un'altra moglie l'ha sconvolta a tal punto che quando se n'è andata ha deciso di farlo di notte, di lasciargli tutti i suoi regali e di non salutarlo per non ferirlo. Ma anche se scioccata, ed è questa una delle cose che amo di Jane, è che ha continuato ad amarlo nonostante tutto. Questo a parer mio è un atteggiamento cristiano, perché solo i cristiani (quelli che proprio si attengono alle norme della Chiesa) si comportano in questo modo con le persone che gli hanno fatto del male e si rimettono nelle sue mani per poter sperare in una vita migliore. Saint-John si accorge che è una persona brillante, attenta, sveglia, laboriosa e le offre di lavorare come istitutrice nel villaggio di Morton, dove le daranno una stanza ammobiliata vicino alla scuola. Jane comincia così ad istruire le ragazze del villaggio, le contadine e anche le donne adulte, e anche se inizialmente non si stavano simpatiche a vicenda, ma anzi, provavano un po' di diffidenza e pregiudizi, alla fine diventano buone amiche e insegnare per lei diventa (di nuovo) fonte di grande piacere, specialmente nel sapere di essere amata da quelle bambine e quelle ragazze. Saint-John ha grandi progetti per Jane, e la convince ad abbandonare lo studio del tedesco per l'indostano, lingua che lui sta studiando visto che tra qualche mese partirà da Cambridge per andarsene in India come missionario. La signorina Rosamond (Rosa del Mondo) Oliver, la benefattrice che ha costruito l'istituto dove Jane insegna, è una persona frizzante, brillante e molto molto bella e Jane si accorge che Saint-John prova qualcosa per lei, ma Saint-John è un uomo molto molto controllato, che non lascia mai scorrere i suoi sentimenti e preferisce relegarli ad un lato del suo cuore e dominarli; è una persona molto fredda e rigida e tutto l'opposto di Jane. Saint-John le rivela che suo padre e il padre di Jane erano fratelli, ma a causa di un conflitto mai sanato tra loro, non si sono mai riappacificati, ma Saint-John è stato contattato da Mr. Briggis, l'avvocato per cercare Jane Eyre e lui si accorgerà che nel dipito che ha appena ultimato non si è firmata come "Jane Elliott" ma come "Jane Eyre" il suo vero nome. Qui scopriamo che Saint-John, Mary e Diana sono i suoi cugini e che lei ha ereditato da John Eyre (lo zio di Madera) ben ventimila sterline, che lei preferisce dividere con i suoi cugini che tenerseli per sé perché dice (e l'ho stimata tantissimo per questo) che è meglio aver ritrovato qualcuno della propria famiglia e dividere la propria gioia e la propria fortuna con loro che essere ricca e non sapere che cosa fare di quella grande somma. Saint-John chiede a Jane di sposarlo per poter andare con lui in India ed aiutarlo, e siccome fino a poco tempo fa Jane era completamente succube di Saint-John, trova la forza di dire di no perché il suo cuore appartiene solo ad il signor Rochester. Le filippiche di Saint-John mi hanno sempre dato su i nervi, perché la sua missione era per lui molto più importante dei sentimenti, avrebbe preferito sposare sua cugina e costringerla ad una vita infelice soltanto per realizzare i suoi scopi, non vedeva in lei amore o affetto, ma una persona utile, decisamente più utile di Rosamond Oliver. Ma Jane dice di no e una notte nella vallata sente "Jane, Jane, Jane!" verso mezzanotte, durante una discussione con Saint-John che la prega di non seguire la via della perdizione, e qui nasce la sua decisione di tornare a Thornfield Hall. Ma Thornfield Hall non è più il luogo bello e ameno in cui vi abitava fino a qualche mese prima, ora è un luogo bruciato e cadente, a causa della pioggia e della neve e sulle sue rovine è cresciuto il muschio. Andando nella locanda, Jane scopre che c'è stato un incendio, provocato proprio da Bertha, la quale ha dato fuoco a quello che era il suo letto, poi è salita sul tetto e si è buttata, sfracellandosi a terra. Edward Rochester si è dato da fare per salvare i suoi domestici ed i suoi governanti, ma gli è caduta una trave infuocata addosso che l'ha reso cieco e monco (gli hanno dovuto amputare la mano sinistra). Jane si prenderà cura di lui e i due si sposeranno, coronando il loro sogno d'amore, riappacificandosi e chiarendosi, allontanando ogni dubbio dai loro cuori e avranno un figlio, poi Rochester recupererà la vista e anche se vedrà male, riuscirà a vedere qualcosa, uscirà dall'oscurità in cui si trovava prima della venuta di Jane, la sua "silfide" (termine ricorrente nel romanzo). Saint-John morirà in India, mentre Diana si sposerà con il capitano della marina il signor Fitzjames e Mary con il signor Wharton, amico pastore di Saint-John.

mercoledì, marzo 26, 2014

Presentazione

Ciao a tutti!
Chiedo scusa per non essermi presentata come si deve nel post precedente ma ero appena uscita da una giornata sui libri a riassumere la storia della letteratura portoghese. Dunque, mi chiamo Giada, ho ventidue anni e vado all'Università, come si evince dal sottotitolo del blog, studio inglese, tedesco e portoghese ma alle superiori ho studiato anche spagnolo. Il motivo per cui ho scelto questo corso è, come avrete capito, il mio grande amore per la letteratura, un'amore che voglio condividere con voi.

E' passato tanto tempo dall'ultima volta che ho messo le mani su un blog, quindi più di qualche volta troverete lo sfondo di pagina cambiato o il font in tutte le finestre completamente diverso.

Sono un'aspirante scrittrice fantasy, ma in passato ho scritto qualche romanzo rosa. Penso che pubblicherò qui  alcuni brevi racconti, una fanfiction che mi sta particolarmente a cuore "Frozen" che stravolge completamente la storia originale mantenendo però gli stessi personaggi, le mie poesie e quant'altro mi verrà in mente. Voglio crescere come artista ed è uno dei motivi per cui ho aperto questo sito. Gli altri motivi sono evidenti: leggerò dei libri che commenterò e di alcuni farò un'analisi approfondita dei personaggi (con tanto di aggiunta di saggi inerenti all'autore) ma il mio intento è anche quello di farvi conoscere i miei amici scrittori: Julia Sienna, Luca Tarenzi, Gisella Laterza, Lorenzo Sartori...Non appena avrò il tempo di leggere i loro libri vi prometto che posterò i commenti su di essi con allegato la recensione sui loro libri. Faccio questa pubblicità a loro perché la trovo una cosa giusta: sono scrittori emergenti, che si stanno facendo conoscere e voglio fare la mia parte contribuendo io stessa a facendoveli conoscere - e credetemi, sono persone che meritano davvero il vostro tempo.

Parlerò molto moltissimo di scrivere, poiché la scrittura è una delle mie tante passioni. L'altra è l'arte, purtroppo non sono brava a disegnare o dipingere, ma apprezzo l'arte quale modo di esprimere se stessi (cosa che è anche la scrittura) quindi posterò anche i quadri dei miei pittori preferiti.

Purtroppo sono molto occupata con l'Università e ci saranno delle volte in cui non potrò aggiornare il blog con regolarità (specialmente d'estate, durante il periodo degli esami o d'inverno, per lo stesso motivo) ma spero che seguiate.

Per chi volesse seguirmi al di fuori di "Sangue d'Inchiostro" può trovarmi:
su Twitter sotto la dicitura @GiadaAndolfo
su Instagram sotto la dicitura Jade_Onyx
su Facebook all'indirizzo Giada Andolfo

Vi saluto con una citazione del poeta Paul Valéry: "Proseguire, perseguire significa lottare contro ogni cosa".

Giada

domenica, marzo 23, 2014

Jane Eyre, Charlotte Brönte (prima parte)

Buon giorno a tutti, lettori e bloggers! Attualmente sto leggendo un libro veramente bello, di cui ora vi voglio parlare: "Jane Eyre" di Charlotte Bronte. Il motivo per cui ho cominciato a leggere questo libro, è perché me l'ha nominato la mia professoressa di letteratura inglese 3 a lezione ed io, incuriosita, ho deciso di leggerlo.



A primo acchito, il libro è pesante ma man a mano che si procede con la lettura, diventa sempre più coinvolgente. Jane Eyre è una bambina orfana dei genitori ed è stata accolta dai suoi zii, Sarah Reed e suo marito John Reed, il quale ha promesso alla sorella morente di prendersi cura della sua nipotina quando quest'ultima sarebbe deceduta e infatti quando è morta, lui si è occupato di Jane... Credo che fosse l'unico personaggio che le abbia sempre voluto bene, anche se è un non-personaggio dato che muore anche lui prima dell'inizio del romanzo; ad ogni modo, il suo ruolo resta importante. Sarah Reed, la zia di Jane, è la persona più fredda, malevola, cattiva che c'è; non esita a sgridarla quando la colpa non è sua, da' sempre ragione a quel violento di suo figlio maggiore John, che picchia continuamente Jane, e la rinchiude nella Stanza Rossa (luogo ove è morto lo zio) senza ascoltare le sue ragioni. John secondo me rappresenta lo stereotipo del ragazzo borghese dell'epoca (siamo nel 1800), è viziato, violento, perfido e viene trattato come un principino dalla servitù. E' lui che picchia Jane in continuazione, e nonostante lo faccia, la fa sempre franca. Le due sorelle minori di John, Georgiana ed Eliza sono, a parer mio, mediamente insopportabili. Georgiana è la classica bella bambina che ottiene tutto con un battito di ciglia, grazie alle sue guance rosee e i suoi riccioli che la fanno sembrare un angelo agli occhi della servitù, ma tratta con arroganza la piccola Jane che viene ferita nello spirito da lei. Eliza è la più pacata e, come si scoprirà in seguito, avrà una vita metodica fino alla morte della madre, quando donerà i suoi beni e prenderà i voti - ha mandato a monte, durante l'adolescenza, la fuga romantica di sua sorella con un giovanotto ricco e bello. Ma ora parliamo di Jane, la protagonista. Seviziata, maltrattata fisicamente e nello spirito, Jane trova conforto nei libri, che rimarranno sempre la sua più grande passione, nel corso del romanzo. Inizialmente è molto remissiva, accetta tutto ciò che le persone decidono per lei, sia nel bene che nel male; ma lentamente qualcosa inizia a cambiare in lei e durante una discussione con la zia le dice di odiarla e nel monologo successivo commenta la sua azione: "Rimasi sola e vittoriosa. Era la battaglia più aspra che avessi mai combattuto. (..) Restai un momento seduta, assaporando la solitudine conquistatrice." Bisogna tener conto che ha otto anni, non è un'adulta ma già si comporta come tale perché la mancanza d'affetto patita in quella casa l'hanno resa una persona forte. La scena successiva, quella che riguarda l'arrivo del signor Bocklehurst è una di quelle che più mi hanno colpito, soprattutto per la durezza, la freddezza, la perfida con cui la signora Reed trattava sua nipote, e il fatto che la considerasse cattiva anche quando non lo era mi faceva arrabbiare molto, il vero cattivo è sempre stato solo suo figlio! Dunque, il signor Brocklehurst, dirigente di Lowood (una casa di carità) parla a Jane di una ragazza molto cattiva che è morta e che non è andata in Paradiso a causa della sua cattiveria e in seguito, scopriremo che Jane verrà mandata proprio lì. Ciò che amo di Jane è la sua forza interiore, la sua determinazione, il fatto che non si voglia arrendere a qualcosa che è già stato stabilito per lei; non vuole arrendersi, vuole combattere per ciò che è suo e che le spetta, anche se in minor parte rispetto alla ricca famiglia della sua zia. Lowood è molto lontano da Gateshead, dove loro vivono, e il viaggio per arrivarvi è molto lungo. In questa casa di carità, le ragazze studiano per poi poter avere un lavoro in futuro, cosa che nel 1800 era considerata una cosa brutta per una ragazza, perché le ragazze dovevano fare un buon matrimonio e fare figli. Il patrimonio era molto più tenuto in considerazione dell'amore. Le ragazze però lì vivono di stenti, il cibo è malsano e poco e le coperte non sono sufficienti e d'inverno patiscono il freddo. Qui Jane conosce Helen Burns, ragazza più grande di lei, con l'amore per la lettura ma continuamente vessata dalla maestra di francese. Helen è la prima vera amica di Jane, e quando è morta di tifo ho quasi pianto. Era una ragazza molto cristiana, che credeva nel concetto cristiano nel "porgere l'altra guancia" invece di assecondare il desiderio di vendetta. Jane cresce, e intanto gli anni passano. Otto anni dopo, insegna lei stessa a Lowood e diventa amica della maestra della sua infanzia Miss Mary Temple. Mettendo un annuncio nel giornale, trova lavoro presso Thornfield Hall come istitutrice di Adèle, una bambina francese che Edward Fairfax Rochester ha preso in affido dopo la sua scappatella a Parigi con una ballerina e aver rotto con lei per aver scoperto il suo tradimento con un bellimbusto. Il gruppo di servitori di Thornfield Hall è composto da: la signora Faixfax, che è una vecchia domestica lontanamente imparentata con Mr. Rochester, Grace Poole, misteriosa figura di cui si sa pochissimo se non che è pagata tantissimo dal padrone, John e sua moglie. Jane desidera evadere anche da Thornfield Hall perché vuole vedere il mondo, conoscere altre persone, vedere com'è il mondo al di fuori di quel piccolo luogo ameno in un angolo di Inghilterra. Riceverà la visita di Bessie, la bambinaia che aveva quando era piccola, che la porterà brutalmente alla realtà dicendole che la sua zia Reed sta morendo.
Il personaggio però che più amo e che è anche senza dubbio il più complesso e particolare è senza dubbio Mr. Rochester: le sue battute sagaci, i suoi commenti forti, schietti e franchi; l'alone di mistero che aleggia sulla sua figura contribuiscono a renderlo il più interessante. Senza dubbio sarebbe il mio ragazzo ideale. Jane invece mi rappresenta per i motivi sopra citati: coraggio nell'inseguire il proprio destino, forza, determinazione, ostinazione.

Beh, concluderò questo commento al libro tra qualche giorno, visto che sono a metà.

Nel frattempo, miei cari lettori, vi lascio con questa citazione tratta dal libro: "Se lei è diversa dalla maggioranza il merito non è suo; bensì della natura." (dal dialogo tra Mr. Rochester e Jane)

Giada
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